Quanti si sono trovati a dover o a voler rispondere alla domanda “Cos’è il web 2.0?” si sono trovati davanti ad un bel dilemma.
Ad oggi ancora non esiste una definizione completa. Ognuno dice la sua, tutti dicono tutto ma nessuno dice cosa sia in definitiva. Nessuno ci riesce in realtà. Perché il punto è che il web 2.0 è più un modo di vedere il web, di usarlo, di rimescolare gli strumenti e le tecnologie esistenti per utilizzarle in modo migliore e maggiormente produttivo. Gli strumenti sono gli stessi, le tecnologie pure, cambia solo il modo in cui questi vengono usati e rimescolati per creare “cose” nuove e più funzionali.
La dizione “web 2.0” non vuol dire che è stata creata una nuova versione del web ma solo che è cambiato il modo di fare web. E con il web è cambiato anche l’ecommerce.
La teoria…
Il concetto di “Web 2.0” ebbe inizio con una sessione di brainstorming durante una conferenza tra O’Reilly e MediaLive International.
Sarebbe complicato, ora, farti capire quali sono in concreto tutti i cambiamenti che ci sono stati e che vengono comunemente, a torto o a ragione, ricompresi nel concetto di web 2.0.
A me preme maggiormente sottolineare e farti capire quella che è stata la più grande innovazione del web 2.0: la dinamicità che lo permea contrapposta alla staticità tipica del web 1.0.
Vediamo di capirci qualcosa di più.
Che vuol dire staticità? E cosa significa dinamicità? Forse un esempio può essere più utile di un fiume di parole.
Conosci i Lego? Chi non li conosce? I Lego sono quei mattoncini colorati che piacciono tanto ai bambini e che permettono di creare praticamente qualunque cosa a patto che si abbiano abbastanza mattoncini ma soprattutto che si abbia abbastanza fantasia.
Quando ero bambino ho costruito moltissime macchinine con i Lego e, usando anche quelle di ferro, mi divertivo immaginando che facessero corse sfrenate sulle mattonelle adattate a pista, colori come cordoli ed io come pilota. Era molto divertente farle saltare, girare, scontrarsi, sfidarsi. Poi però dopo un po’ mi stancavo delle macchinine. A quel punto lasciavo da parte quelle di ferro e… smontavo quelle fatte con i Lego per creare altri mille giochi!
Questa è la differenza che c’è tra il web 1.0 ed il web 2.0. Questa è la differenza tra staticità del web 1.0 e dinamicità del web 2.0.
Con il web 2.0 è possibile integrare, modificare, creare contenuti partendo da zero o rimescolando contenuti già esistenti. Il web 1.0 sono le macchinine di ferro, il web 2.0 quelle fatte con i Lego.
… e la pratica
Vuoi un esempio più concreto?
Posso inviare a YouTube un video girato col mio videofonino mentre sono al mare con gli amici ed il mio blog, magari ospitato da Blogger, da solo si aggiornerà permettendo ai miei amici canadesi, che ho conosciuto in un social network (Facebook?), di guardarli anche se ci sono centinaia di chilometri di distanza tra me e loro. Nel frattempo con un tweet su Twitter ho immortalato l’evento con una frase, anch’essa pubblicata automaticamente anche su Facebook (o altri social network).
Una volta visto il megatuffo di 150m i miei amici canadesi e tutti gli altri ai quali lo hanno girato, e che a loro volta lo hanno girato ad altri in una catena virtualmente infinita (volontariamente o meno, perchè il video è pubblico su YouTube, Facebook, ecc.), potranno lasciare un commento per farmi sapere quanto sono stupido o per elogiare il mio gesto atletico.
Se gli è piaciuto particolarmente potrebbero anche decidere di darmi un voto e… guarda un po’! voto dopo voto il mio video è arrivato in cima alla classifica e viene visto da sempre più persone. Un ecommercer di costumi da mare se ne è innamora e lo posta sul blog aziendale del proprio ecommerce per invogliare gli utenti ad acquistare i prodotti che vende…
Afferrato il concetto? Lo stesso video, girato al mare con un telefonino, è finito prima su YouTube, poi sul mio blog su Blogger, magari anche sui social network come Facebook o Tumblr, è stata comunicata la sua esistenza su Twitter, in seguito è stato usato nel blog aziendale da un ecommercer per promuovere un prodotto venduto nel proprio ecommerce e nel frattempo è stato commentato dai miei amici canadesi e da tutte le altre persone che lo hanno visto: se non è dinamicità questa!
Un’ultima cosa: non devi assolutamente credere che quanto detto non interessi anche a te che hai un ecommerce. Quello che io ho appena fatto con il mio video del mare i marketer di tutto il mondo cercano ogni giorno di farlo con i video promozionali dei prodotti che pubblicizzano: quando ci riescono si dice che il video è virale e la “disciplina” (tra virgolette perchè ancora non è assurta a tale rango) che studia il fenomeno e cerca di applicarlo al marketing si chiama viral marketing. Ma questa è un’altra storia che magari più avanti provero a raccontarvi.
Per ora sappi che i tuoi clienti sanno come funzionano i social network, sanno che se hanno comprato sul tuo negozio ed hanno avuto una cattiva esperienza possono dirlo su Facebook o su Twitter. La loro opinione inizierà a schizzare impazzita da un angolo all’altro della rete e in men che non si dica la tua ttività potrebbe essere rovinata.
Grazie ai social media puoi anche migliorare il checkout strassando di meno il cliente e vendendo di più rendendo la registrazione pre-vendita più semplice se proprio non vuoi eliminarla del tutto.
Quanti vantaggi passando da 1 a 2! Lo diceva anche la pubblicità: “Two it’s mej che one!”
Per approfondire: