Open Source, bistrattato da alcuni, adulato e quasi venerato da altri sembra essere uno degli argomenti più controversi nel mondo di Internet e nel mondo informatico in generale.
L’Open Source offre software per fare praticamente qualsiasi cosa, dal ritocco delle immagini all’editing video, dalla gestione delle email alla gestione aziendale, passando per il commercio elettronico e i sitemi operativi.
I software scritti rilasciandone il codice sorgente sono qualitativamente pari alle controparti closed source.
In alcuni casi sono addirittura migliori, soprattutto nel mondo del commercio elettronico: Magento, WooCommerce, PrestaShop, sono i maggiori software usati per creare siti e-commerce e sono tutti Open Source.
La sua utilità è stata riconosciuta da uomini illustri come l’ex presidente USA Obama che lo ha indicato come nuova soluzione ai problemi informatici non solo d’America ma del mondo intero.
Grandi aziende come Google, Facebook e persino Microsoft hanno abbracciato il modello di business Open Source rilasciando centinaia di migliaia di linee di codice liberamente utilizzabile da chiunque.
In questo post imparerai come sfruttare appieno i programmi a codice aperto per gestire quotidianamente la tua attività commerciale ed entrare nell’Olimpo delle aziende che già lo fanno con ottimi e soddisfacenti risultati.
Ecco di cosa parleremo:
- Come funziona il modello Open Source;
- Perché è così vantaggioso per le aziende;
- Quale fondamentale apporto dà al commercio elettronico;
- Come introdurlo gradualmente, software dopo software, nella gestione quotidiana della tua attività.
Cominciamo?
- 1. Come funziona il modello Open Source
- 2. Open Source Non significa Free Software
- 3. Quali sono i benefici dell’Open Source per le aziende
-
4.
Come portare immediatamente l’Open Source nella tua azienda
- 4.1. Suite per l’ufficio Open Source: editor di testi, presentazioni, fogli di calcolo
- 4.2. Browser Open Source per navigare in Internet
- 4.3. Software Open Source per il commercio elettronico
- 4.4. Software Open Source per la gestione aziendale
- 4.5. Software Open Source per gestione di centralini
- 4.6. Software Open Source per la gestione delle email
- 4.7. Editor Open Source di immagini
- 4.8. Sistemi operativi Open Source
- 5. Come sviluppare un piano per introdurre l’Open Source nella tua azienda in modo indolore
- 6. Conclusioni
Come funziona il modello Open Source
Nel corso del tempo è stato definito “concetto”, “filosofia”, “software gratuito”, “movimento” ed in molti altri modi.
Accezioni e significati ognuno dei quali riesce a descrivere un aspetto più o meno marginale dell’Open Source.
Ma in realtà l’Open Source è un modello di business che influenza fortemente il modo in cui viene sviluppato il software.
L’Open Source è un modello di business perché le aziende che rilasciano codice in questa forma hanno un business plan che prevede strategie precise per generare profitto.
Le strategie più comuni sono 6:
- Vendita di servizi accessori;
- Vendita di servizi di assistenza;
- Vendita di corsi di formazione e specializzazione per l’ottenimento di certificazioni;
- Vendita di estensioni che migliorano le funzionalità esistenti o ne aggiungono di nuove;
- Incremento della brand awareness;
- Sostentamento con donazioni e finanziamenti pubblici.
Parlando di commercio elettronico, Magento e PrestaShop, per esempio, sostengono lo sviluppo delle rispettive piattaforme usando un mix di queste strategie.
Magento offre la Community Edition in forma Open Source, mentre offre la possibilità di usare la versione Enterprise anche in modalità SaaS (quindi su server gestiti da Magento stessa e inaccessibili ai commercianti).
Sia per la Community Edition che per la Enterprise Edition, offre la possibilità di installare estensioni sviluppate da programmatori terzi.
Le estensioni sono vendute su Magento Connect, il marketplace ufficiale di Magento: ogni volta che un merchant acquista un’estensione, Magento trattiene una percentuale dell’incasso.
Ogni sviluppatore, poi, può diventare un Magento Partner, pagando quote annuali e seguendo corsi professionali organizzati da Magento stessa.
Al termine dei corsi ottengono la certificazione di qualità e il diritto di esporre sul proprio sito e sul proprio materiale promozionale i bollini di certificazione di Magento.
Lo stesso vale per PrestaShop che offre la piattaforma e-commerce in forma Open Source.
Per estenderne le funzionalità, i merchant possono acquistare degli addons sul marketplace.
Se hanno bisogno di aiuto possono rivolgersi ai partner certificati.
Anche in questo caso, per essere un partner certificato è necessario corrispondere una quota annuale a PrestaShop.
In cambio si ottiene il diritto di esporre un bollino di certificazione sul sito e sul materiale promozionale e altri benefits, come la presenza nella directory dei professionisti di PrestaShop o la partecipazione a eventi e corsi di formazione dedicati ai partner.
A differenza di Magento, PrestaShop non fa pagare la versione cloud: il suo modello di business è evidentemente focalizzato maggiormente sulle certificazioni, la formazione e la vendita di estensioni e temi grafici.
Fuori dall’e-commerce esistono molte altre aziende che adottano il modello Open Source.
Una delle prime è stata RedHat che ha scritto un avanzato sistema operativo basato su Linux.
Anche RedHat usa un mix di queste 4 strategie: assistenza, consulenza, certificazioni, servizi avanzati.
Nella nostra lista, la quinta strategia usata per generare profitto adottando il modello Open Source è lo sfruttamento della brand awareness generata dall’associazione del nome dell’azienda al software stesso.
Maestra in questo è Google di cui possiamo citare un prodotto su tutti: Google Chrome.
La brand awareness è la consapevolezza che del marchio hanno i consumatori.
Nel citare un esempio ho associato il nome dell’azienda (Google) al software (Chrome): questa è consapevolezza del marchio perché ora tu hai appena letto il nome di Google (e l’hai letto di nuovo!).
Questo genera appeal e di conseguenza fiducia e un cliente che ha fiducia acquista più facilmente i prodotti dell’azienda per cui la nutre.
Google ha un’enorme brand awareness presso i navigatori.
Lo stesso, invece, non può dirsi di Alphabet. Eppure Alphabet è l’azienda che ora possiede Google (già, è così).
Google ha creato questa brand awareness attorno al proprio brand anche attraverso il rilascio di prodotti Open Source come Google Chrome.
L’ultimo modello della nostra lista è l’ottenimento di donazioni e/o finanziamenti pubblici.
Le organizzazioni che adottano questo modello si strutturano di solito in una forma giuridica non-profit che non preveda la distribuzione di utili: in pratica l’organizzazione può generare profitti, ma questi profitti non possono in alcun modo essere lecitamente distribuiti tra i soci.
L’esempio maggiore di questo tipo di organizzazioni è The Mozilla Fundation che possiede a sua volta la Mozilla Corporation.
Mozilla sviluppa e distribuisce Firefox, il browser tra i più usati prima che Google rilasciasse Chrome.
È a questo punto che entriamo nel campo minato della differenza tra Open Source come modello di business e Free Software come filosofia.
La comprensione di questa differenza è cruciale per portare l’Open Source nella tua azienda o nel tuo negozio.
Approfondiamola.
Open Source Non significa Free Software
Per capire bene questa differenza dobbiamo tradurre in italiano “Free Software“.
Free Software significa “Software Libero”, non software gratis.
La gratuità è una conseguenza, ma non è lo scopo.
Lo scopo è la Libertà.
Richard Stallman è il maggiore esponente del movimento del Free Software.
Nota che ho usato la parola “movimento” perché questo è il Free Software. L’Open Source, invece, è un modello di business.
Gli aderenti al movimento del Free Software portano avanti un’ideologia che prevede la gratuità e la libertà d’uso di ogni software per qualunque essere umano.
L’uso del software è per loro un diritto vero e proprio, al pari del diritto alla vita o al diritto di voto.
È proprio questa la missione della Free Software Foundation:
Ha sfumature più filosofiche, quindi, rispetto all’Open Source.
Al codice libero ci si riferisce anche con l’acronimo FLOSS – Free Libre Open Source Software – proprio a sottolinearne la Libertà più che la gratuità.
Questa distinzione è fondamentale perché si riverbera in maniera diretta sulle licenze che definiscono cosa puoi o non puoi fare con un software Open Source o con uno Free.
Ancora più importante, da questa differenza dipende il livello di assistenza che puoi aspettarti di avere in caso di problemi.
A un livello molto superficiale, questo influisce anche sulla possibilità di leggere tutto il codice o solo una parte.
Per esempio, Google Chrome non è interamente Open Source.
In realtà solo Chromium lo è.
Chromium è il motore che fa funzionare Chrome ed è Open Source, mentre Chrome è il browser che concretamente ti fa navigare il web ed è gratis ma non è Free (“Libero”).
Firefox, invece, è interamente Open Source perché Mozilla lo ha scritto seguendo la filosofia Free.
The Mozilla Fundation lo dice chiaramente:
Anche aziende rilasciano codice con licenze che prevedono la forma Libera.
Microsoft, per esempio, lo ha fatto e continua su questo trend.
La spiegazione di Sam Ramji, responsabile del settore di Microsoft che si è occupata delle strategie Open Source è questa:
I mutui benefici per i clienti, la community e Microsoft stessa: ecco la ragione. Semplice, lineare e logica.
È proprio questa la ragione principale che spinge anche le aziende a rilasciare il codice con licenze Libere e i clienti ad usarlo: i mutui benefici.
Per l’azienda che rilascia il codice in forma Free i benefici si riducono tutti alla brand awareness quando le strategie di generazione del profitto non sono il loro core business.
Ma quali sono, in concreto, invece, questi benefici per chi usa il software Open Source o il Software Libero in azienda o al negozio?
Quali sono i benefici dell’Open Source per le aziende
Il report di Rackspace The State of Open Source evidenzia che il 90% delle aziende usa l’Open Source.
Le ragioni principali di questa scelta rientrano in 3 categorie principali: innovazione, risparmio e competitività.
In queste 3 categorie rientrano vantaggi più specifici, come la maggiore qualità del codice, la libertà dall’effetto lock-in, i tempi ridotti di sviluppo e di ingresso nel mercato.
Scalabilità e libertà di scelta dei fornitori
La scalabilità è la proprietà che ha un sistema di aumentare o diminuire le propria capacità in funzione degli inevitabili continui cambiamenti delle esigenze concrete e in funzione delle risorse disponibili.
Potresti, per esempio, avere l’esigenza di aprire un blog, di permettere il download di file, di inviare newsletter dal sito, di sopportare un incremento delle visite al tuo e-commerce, di condurre degli A/B test o di fare tutta una innumerevole serie di altre cose.
Se il tuo sistema è chiuso e chi lo ha sviluppato non ha previsto queste possibilità hai solo una scelta: chiedi al tuo fornitore di svilupparti una soluzione ad-hoc.
Nel migliore dei casi questo vuol dire spendere un ingente budget, aspettare molto tempo e alla fine avere un software che soffrirà di una rapida obsolescenza perché non potrai o non vorrai aggiornarlo.
La soluzione per cui hai investito tante risorse diventerà rapidamente vecchia, instabile e insicura.
Nel peggiore dei casi i costi di realizzazione saranno troppo elevati o il tuo fornitore non avrà le capacità tecniche per supportarti.
A questo punto puoi fare solo una cosa: devi cambiare fornitore, buttando tutto quello che hai già e ricominciare da capo.
Ricominciare da capo significa: reinserire i prodotti nel nuovo catalogo, trasferire i nominativi dei clienti nella nuova piattaforma, trasferire gli ordini evasi e da evadere, bloccare le vendite nel frattempo, ecc. È un Inferno!
In genere con l’Open Source questo non accade perché un’infrastruttura tecnologica basata sul codice aperto può essere estesa, modificata e migliorata da chiunque ne abbia la capacità e le competenze.
Se la tua infrastruttura è Open Source e chi l’ha allestita per te non fosse capace di scalarla alle nuove esigenze, anziché ricominciare da capo ti basterà semplicemente cambiare partner tecnologico.
Non solo elevata scalabilità, dunque, ma anche libertà, intesa come libertà di scegliere.
Quando l’impossibilità di cambiare partner tecnologico ti blocca in qualunque modo perché ti costringe a ricominciare da capo sei locked-in, bloccato senza margini di manovra.
Il codice aperto ti mette sempre in una posizione di lock-out, permettendoti di avere la maggiore libertà di manovra che puoi permetterti, senza vincoli su cui non hai alcun controllo.
Le aziende che già usano l’Open Source si sono accorte di questo da tempo come evidenziano questi dati:
(Potenziale) Interoperabilità dei sistemi
Per condurre un’azienda è necessario usare moltissimi software: uno per gestire l’e-commerce, uno per gestire i clienti, uno per gestire i prodotti, uno per gestire i contatti via e-mail, uno per gestire la fatturazione, uno per gestire l’assistenza clienti, e moltissimi altri ancora.
Tutti questi programmi rappresentano ognuno un ambiente a sé, con proprie funzionalità, proprie logiche di gestione dei dati, propri pannelli di controllo.
Immagina di aver venduto un prodotto sul tuo e-commerce: vorrai aggiornare la quantità anche sul tuo gestionale e da lì aggiornarle sugli altri canali di vendita come eBay o Amazon.
Poi vorresti poter inserire l’anagrafica del cliente nel tuo gestionale con associato l’ordine.
Poi il cliente riceve il prodotto ma ha avuto un problema e contatta l’assistenza clienti che a quel punto vorrà avere disponibile lo storico degli acquisti o quanto meno le informazioni sull’ordine.
La storia potrebbe continuare ancora ma per il nostro scopo possiamo anche fermarci qui.
Lo scopo è farti capire che i sistemi che compongono la tua infrastruttura tecnologica devono poter comunicare l’uno con l’altro.
Oggi i programmi più avanzati offrono delle API che permettono di esportare i dati in formati più facili da gestire rispetto ai vecchi CSV ma per interpretare questi dati è necessario che tutti i software possano essere preparati a leggerli.
Cosa succede se uno dei tuoi software è closed source e non è in grado di leggere i dati di un altra delle tue applicazioni?
Più chiaramente: cosa succede, per esempio, se il tuo gestionale non è in grado di leggere gli ordini ricevuti sul tuo e-commerce? O se non puoi aggiornare le anagrafiche dei clienti sul tuo e-commerce con i dati che hai ottenuto nel tuo negozio fisico?
Sono esempi banali, eppure queste possibilità sono il cuore di un’azienda: quelle che riescono ad integrare e automatizzare questi processi sono quelle che ottengono i vantaggi competitivi maggiori e registrano le performance migliori.
Il Free Software and Open Source Symposium ha elaborato una statistica in merito: ben il 95% delle aziende sceglie l’Open Source, tra le altre cose, per le possibilità di rendere interoperabili i loro Software-Defined Networks (SDN).
Il tuo e-commerce, il tuo gestionale, il tuo CRM, sono tutti parte proprio del tuo SDN, quindi anche tu ne hai uno, anche se forse non lo sapevi 🙂
Ampia disponibilità di risorse informative e di supporto online
La statistica che hai appena letto indica la Community come la ragione che ha spinto l’83% delle aziende a scegliere l’Open Source.
L’Open Source è fatto per le persone, per chi utilizza i programmi, non per chi i programmi li fa.
L’aspetto economico passa in secondo piano ed è per questo che le soluzioni Open Source mettono a disposizione di chi le utilizza ampie raccolte di risorse utili come guide all’uso, guide alla personalizzazione, forum di supporto e tutta un’altra serie di informazioni interessanti per chiunque si trovi ad utilizzare il software.
Questa ampia disponibilità di risorse si lega strettamente con altri vantaggi già esposti come la libertà di scegliere il partner tecnologico che si preferisce e che si atteggia addirittura a libertà di non sceglierne nessuno.
Se ne hai la voglia puoi sviluppare il tuo sito di commercio elettronico da solo, senza affidarti ad alcuna web agency o consulente e-commerce.
E puoi farlo scegliendo una soluzione Open Source come WooCommerce o PrestaShop perché puoi accedere al codice sorgente, perché puoi configurare il tuo negozio come vuoi, perché ci sono ampie e dettagliate risorse che spiegano come si fa.
Puoi chiedere informazioni sui forum, informarti in rete.
Questo vuol dire libertà: possibilità di fare o non fare qualcosa solo perché lo vuoi e non perché sei costretto.
Con una soluzione closed source tutto questo non è nemmeno pensabile!
Maggiore sicurezza attraverso aggiornamenti continui e gratuiti
La possibilità di leggere il codice sorgente di un programma è la caratteristiche da cui deriva tutta la potenza dell’Open Source.
Questo porta innovazione e maggiore sicurezza perché sprigiona la forza collettiva: ci sono centinaia di paia d’occhi che guardano e riguardano lo stesso codice, che lo migliorano e lo rendono più sicuro.
La forza delle masse è incredibile.
Anche le organizzazioni spaziali come l’Anu se ne sono rese conto e così l’hanno sfruttata al massimo del suo potenziale per trovare il Pianeta Nove.
Come? Hanno semplicemente reso Open Source le immagini dei corpi celesti da analizzare ed ecco cosa è successo.
Hanno scoperto 4 potenziali candidati per il titolo di Pianeta 9.
Quello che è successo per il Pianeta 9 succede ogni giorno con i programmi Open Source anche grazie a siti come GitHub o BitBucket che permettono un velocissimo sviluppo collaborativo dei software.
I maggiori software Open Source sono molto ben supportati o perché sostenuti da vere e proprie aziende o perché hanno alle spalle comunità molto forti di volontari e soprattutto amatori/appassionati.
In entrambi i casi vengono rilasciati aggiornamenti frequentemente e con regolarità e questo permette di avere sistemi stabili e sicuri.
La maggiore frequenza di aggiornamento del codice ne incrementa notevolmente anche la qualità.
Fonte: Perché adottare l’open source in azienda.
Questo in teoria.
Nella pratica può accadere anche con i software Open Source che le vulnerabilità non vengano chiuse immediatamente.
La sicurezza informatica è una brutta bestia e non sempre si riesce a garantirla al massimo.
L’unica garanzia che hai quando hai a che fare con la sicurezza informatica è il tuo buon senso.
E il codice aperto permette alle aziende di farne uso e di valutare concretamente i rischi e la qualità del codice.
Fonte: Studio sulla collaborazione Open Source: opinioni sulla sicurezza e la privacy negli Stati Uniti e nell’area EMEA – Ponemon Institute per Zimbra, Novembre 2014
Anche Magento, acquistata da eBay e con un market share enorme, è stata sorpresa a non curarsi delle falle nella sicurezza.
Quindi, il codice Open Source è potenzialmente più sicuro di quello closed source, ma il reale livello di sicurezza è fortemente influenzato da fattori diversi dalla qualità del codice, come le decisioni aziendali, l’ampiezza della community, l’abilità degli sviluppatori di gestire i bug.
E ovviamente dalla tua attenzione agli aggiornamenti!
Proprio la bassa frequenza di aggiornamento è il fattore causa di maggiore criticità nella sicurezza delle infrastrutture informatiche aziendali.
Come portare immediatamente l’Open Source nella tua azienda
Iniziare a usare software Open Source nella tua azienda può essere più o meno complesso.
Tutto dipende da quali esigenze hai, da quanto la tua azienda è propensa al cambiamento, da quali software attualmente utilizzi e da quali attività vuoi svolgere con il software Open Source.
I software Open Source possono aiutarti in molte aree operative.
Di seguito c’è un elenco di software che puoi adottare subito.
Suite per l’ufficio Open Source: editor di testi, presentazioni, fogli di calcolo
Apache OpenOffice e LibreOffice sono le due suite per l’ufficio più usate nel mondo.
Sono una valida alternativa a Microsoft Office o alle controparti sviluppate da Apple.
LibreOffice è stato sviluppato sulle ceneri di OpenOffice, quando quest’ultimo passò da Sun Microsystems a Oracle.
Morto nelle mani di Oracle, è poi rinato quando il suo sviluppo è stato affidato alla Apache Foundation.
Oggi sono entrambi progetti vivi e aggiornati costantemente e le differenze tra i due sono minime.
Per scegliere tra l’uno e l’altro puoi leggere questa guida comparativa.
Personalmente uso LibreOffice, soprattutto quando si tratta di gestire i file CSV per scambiare dati tra gestionale e sito e-commerce visto che Microsoft Excel non è proprio il massimo in quest’attività.
Browser Open Source per navigare in Internet
Per la navigazione su Internet le alternative a Microsoft Explorer o Apple Safari sono:
Personalmente preferisco Google Chrome perché si integra alla perfezione con altri strumenti di Google e soprattutto perché mi permette di gestire diverse identità e passare dall’una all’altra con un solo click.
Questa caratteristica ti tornerà utilissima quando vorrai accedere alla tua casella Gmail personale e alla casella Gmail dell’account del tuo negozio.
Se hai un e-commerce, infatti, avrai necessariamente un account Google perchè dovrai gestire Google Analytics, Google AdWords, Google TagManager, Google Shopping, ecc.
Entrambi posso essere estesi con estensioni che ti permettono di fare cose molto interessanti: dalla cattura di uno screenshot della pagina che stai navigando all’analisi dei fattori seo, passando per l’integrazione con altre applicazioni SaaS.
Io ti consiglio caldamente di usare Google Chrome.
Software Open Source per il commercio elettronico
I maggiori sono
Ne esistono anche altri come OpenCart, VirtueMart, OsCommerce o ZenCart ma sono assolutamente da evitare.
Come scegliere tra Magento, PrestaShop e WooCommerce è un argomento a sé e qui puoi leggere come valutare la migliore soluzione per il tuo e-coommerce.
Software Open Source per la gestione aziendale
- Odoo offre moltissime funzionalità come CRM, ERP, e-commerce, gestione dell’inventario e molte altre;
- GNUCash ti permette di gestire una piccola attività e le spese familiari in modo semplice ma applicando i principi fondamentali della contabilità;
- InvoiceEx offre funzioni di base di contabilità e gestione del magazzino. È Open Source nella versione base mentre richiede l’acquisto di versioni a pagamento per avere altre funzionalità;
- iDempiere è un ERP avanzato che permette di gestire in modo flessibile e potente moltissime attività aziendali;
- SugarCRM è un CRM avanzato, tra i primi disponibili sul mercato Open Source include automazioni della forza vendita, delle campagne marketing e del supporto clienti;
- OpenCRX è adatto a grandi realtà con esigenze di coordinamento di clienti, fornitori, partner e intermediari;
- Fat Free CRM offre funzionalità qualila collaborazione di gruppo, la gestione dei contatti, il tracciamento delle opportunità di business;
- Zurmo si definisce come “The Open Source CRM gamified”: in pratica offre delle dinamiche ludiche che spingono all’esplorazione del CRM e soprattutto all’adozione di buone pratiche per una gestione sempre più efficiente;
- vTiger è basato su SugarCRM ma è di qualità leggermente più scadente sebbene comunque molto diffuso.
Software Open Source per gestione di centralini
- Asterisk permette di creare e gestire centralini telefonici basati su VoIP, PBX, ecc;
- Elastix permette di creare e gestire telefonici basati su PBX.
Software Open Source per la gestione delle email
Il software che gestisce le tue email deve essere sicuro. Punto.
Esistono moltissimi programmi, soprattutto per Windows, pieni di pubblicità: sono spesso poco sicuri.
Un client Open Source per gestire le email garantisce la sicurezza dei tuoi contatti e ti crea una barriera ulteriore contro lo SPAM.
Ovviamente da solo può fare ben poco, ma avere un programma Libero è certamente meglio che avere un programma GRATIS: “gratis”, infatti, si traduce sempre in “paghi con i tuoi dati o con la tua sicurezza”.
Per gestire le email puoi usare:
Editor Open Source di immagini
Per modificare le immagini e le foto o per creare grafiche vettoriali puoi usare queste due ottime alternative Open Source:
GIMP e Inkscape sono le alternative Open Source a Photoshop e Illustrator di Adobe.
Sistemi operativi Open Source
L’Open Source nasce con i sistemi operativi.
Il loro cuore è Linux, che non è un sistema operativo bensì un kernel. Qui puoi leggere qual è la differenza.
Di sistemi operativi Open Source ne esistono davvero decine.
Tecnicamente prendono il nome di distribuzioni o distro.
Alcuni sono molto avanzati e adatti a svolgere compiti specifici; altri sono molto meno avanzati e adatti a funzionare su computer molto poco potenti come potrebbero essere dei micro-computer.
Per l’uso quotidiano la migliore alternativa consumer oggi disponibile è Ubuntu.
“Ubuntu” è un’espressione di lingua Bantu che indica “benevolenza verso il prossimo“: rappresenta perfettamente la filosofia Open Source.
Ubuntu offre soluzioni desktop ed è il sistema operativo installato sulla maggior parte dei server web che fanno funzionare Internet.
Se vuoi usare un sistema operativo Open Source per la tua azienda la scelta unica che hai è Ubuntu: è la migliore alternativa a Windows.
Questo non significa che sia la migliore distribuzione in assoluto, ma significa che è la migliore alternativa esistente per sostituire Windows.
Io l’ho usato per molti anni prima di passare a un Mac e lo valuto di gran lunga superiore a Windows.
Per avere altre informazioni su Ubuntu puoi visitare il sito di Ubuntu Italia.
Esiste anche un’altra versione di Ubuntu: Kubuntu.
Entrambe sono basate sullo stesso codice.
Ciò che cambia è il software che gestisce l’aspetto estetico: Ubuntu usa GNU mentre Kubuntu usa KDE.
Le differenze sono molto sottili e se non hai voglia di approfondirle scegli Ubuntu e vai sul sicuro.
Come sviluppare un piano per introdurre l’Open Source nella tua azienda in modo indolore
Hai appena letto una lista in stile “10 software Open Source indispensabili per la tua azienda”.
Probabilmente sei anche andato a vederli e qualcuno lo hai anche scaricato.
Ma quello che voglio fornirti non è un semplice elenco, bensì un metodo affidabile per decidere in autonomia quali software usare e come introdurli in azienda senza sconvolgimenti deleteri.
Infatti l’Open Source non ti offre solo programmi per l’ufficio, ma ti offre soluzioni per qualunque area della tua azienda.
Trovare questi software non è complicato ma lo diventa se non sai bene cosa devi valutare.
Perchè è a questo punto che la differenza tra software Open Source e software Libero si fa fondamentale: i software Free (Liberi) potrebbero non offrire lo stesso livello di supporto offerto dai software Open Source.
E non può che essere altrimenti: i software Open Source sono offerti da aziende che hanno il profitto nel proprio DNA mentre lo stesso non può dirsi per i software Free.
Il punto sta tutto nel momento in cui si verifica un problema: chi ti aiuta?
La community può essere d’aiuto, ma solo se hai competenze tecniche.
Se non ne hai allora dovrai necessariamente affidarti a un professionista.
Alcuni dei software Open Source che ti ho consigliato sono basati su tecnologie web, vi si accede da browser.
Magari sei in grado di mettere su un server e di installarli ma se hai problemi che succede?
Quello che ti serve è un piano. Vediamo come svilupparne uno.
Come valutare se ti conviene usare software Open Source o software closed source
Se cercavi una soluzione gratis, credo ti sarai reso conto che l’Open Source non è la risposta che cercavi: l’Open Source è un modello di business e quindi si basa sullo scambio di servizi contro la corresponsione di onorari.
E d’altra parte se devi gestire un business non puoi esimerti dall’assicurarti il miglior servizio disponibile, anche se conduci la tua attività sul “filo del budget”.
Per come la vedo io, è meglio spendere un po’ di budget per continuare ad avere un’azienda da condurre che non spendere niente e non avere più nemmeno un’azienda.
Partendo proprio dal budget, questo schema può aiutarti a decidere meglio tra l’uso di software Open Source e l’uso di software closed source.
Questo schema è un primo passo.
Leggendolo avrai notato che riguardo al supporto esso menziona solo la community.
Ricordati che la differenza fondamentale tra un software Open Source e uno Free è proprio il livello di assistenza: i software Open Source offrono sovente dei piani di assistenza a pagamento oppure i contatti di professionisti certificati che saranno in grado di aiutarti al 100% nel caso dovessi avere dei problemi.
Ma introdurre nuovo software in azienda è un processo complicato che non si limita alle considerazioni sul budget.
Introdurre software Open Source in azienda richiede una metodologia che assicuri un passaggio indolore, che garantisca la continuità operativa e che non crei frizioni nel meccanismo ben oliato dell’intera attività.
Ecco i passaggi che dovresti seguire.
1. Assicurati che il software sia ancora sviluppato. I progetti, soprattutto quelli Open Source e Free, nascono e muoiono continuamente. Software anche molto diffusi e famosi attraversano vicissitudini che possono portarli a morire.
È accaduto, per esempio, a Open Office.
Open Office era la più diffusa suite Free per l’ufficio ed era sviluppata da Sun MicroSystems.
Quando Sun Microsystems è stata acquistata da Oracle, il progetto Open Office è praticamente morto.
Oracle non è nuova all’Open Source e nemmeno al Software Libero: è suo MySQL, il database relazionale più usato dai siti web.
Alla fine, resasi conto che il progetto Open Office aveva ancora tanto da dare, l’ha affidato alla Apache Foundation.
Oggi Open Office si chiama Apache OpenOffice e sta riprendendo quote di mercato ed è vivissimo e attivo.
Questa storia deve però farti capire una cosa: il software Open Source o quello Free può morire.
Devi assicurarti che quello che scegli abbia una community molto molto attiva o che abbia alle spalle un’azienda solida.
Prima di decidere di adottarlo fai una ricerca in rete per capire lo stato di sviluppo e gli umori della community per renderti conto del suo stato di salute.
2. La community sia nutrita. La community, appunto.
Una community nutrita offre alcune garanzie.
- Ti permette di avere supporto in caso di problemi;
- Ti garantisce, entro certi limiti, che qualcuno continuerà lo sviluppo in caso di problemi;
- Ti permette di trovare professionisti qualificati che possono darti una mano dietro corresponsione di onorario in caso di problemi.
Non sono, ovviamente, regole assolute. Però sono indicatori utili.
3. Esistano dei partner certificati a cui puoi rivolgerti in caso di problemi. Indipendentemente dalla community, il fatto che il modello di business sia basato sulle certificazioni ti garantisce che ci siano professionisti qualificati che possono aiutarti.
Asterisk, per esempio, segue questo modello di business. Se decidi di creare il tuo centralino con questa tecnologia puoi stare sicuro che qualcuno che ti aiuti lo trovi.
Mi è capitato di vedere aziende completamente bloccate perché non si riuscivano a trovare telefoni adatti alla rete: la rete era, ovviamente, closed source. Passati a soluzioni Open Source non hanno più avuto problemi.
Lo stesso discorso vale per il software di commercio elettronico: Magento, PrestaShop o WooCommerce ti garantiscono una continuità operativa che non possono garantirti soluzioni closed source.
4. La documentazione sia abbondante e chiara. Questo è un punto fondamentale. Sebbene i professionisti siano in grado di aiutarti, non puoi sempre fare affidamento su di loro per ogni minima cosa.
Una documentazione abbondante, insieme a una community nutrita, ti permette di avere un certo grado di autonomia che talvolta può drasticamente velocizzare la risoluzione dei problemi e farti anche risparmiare budget.
5. Esista una roadmap dello sviluppo. I progetti Open Source migliori pianificano in largo anticipo il percorso che seguiranno. Normalmente forniscono un piano dei successivi 2 o 3 anni, ma anche solo 1 anno può essere sufficiente.
Per trovare la roadmap di sviluppo del software che stai prendendo in considerazione puoi cercare su Google “(Nome software) development roadmap” oppure “(Nome software) development schedule”.
6. I partner tecnologici esistano in Italia, meglio nella tua zona. Il fatto che ci sia un programma per i partner certificati, non significa necessariamente che questi partner esistano in Italia.
Tutto dipende da quanto il software che stai vagliando è diffuso.
Prima di decidere, quindi, assicurati che i partner esistano anche in Italia e, a seconda del software, che esistano anche nella tua zona.
Per esempio, se il partner che cerchi è per PrestaShop, allora può essere in qualunque zona d’Italia: gli basta aver accesso al tuo server e può intervenire da remoto.
Ma se cerchi un partner per Asterisk, il partner deve necessariamente essere nella tua area geografica perché dovrà recarsi fisicamente presso i tuoi locali per intervenire e risolvere gli eventuali problemi.
7. Il software sia compatibile con quanto già hai in azienda. Questo è il punto critico: il software che stai valutando deve essere compatibile con quanto già hai in azienda, indipendentemente dal fatto che tu abbia già software Open Source o software closed source.
Per esempio, se stai vagliando una soluzione Open Source per il tuo negozio e-commerce e hai già un gestionale, allora devi assicurarti che gestionale e software e-commerce possano comunicare.
Se non dovessero comunicare, allora non potresti automatizzare la gestione di ordini, clienti e magazzino e questo sarebbe un grosso problema!
Conclusioni
A questo punto credo tu abbia compreso pienamente quanto sia utile l’Open Source per la tua azienda.
Ora hai tutti gli strumenti per andare ad arricchire con la tua azienda il 70% di quelle che si fidano dell’Open Source e che lo considerano conveniente, sicuro ed affidabile.
Fonte: Studio sulla collaborazione Open Source: opinioni sulla sicurezza e la privacy negli Stati Uniti e nell’area EMEA – Ponemon Institute per Zimbra, Novembre 2014
Potrebbe apparire inverosimile l’esistenza di un mondo basato su principi che sembrano ormai persi nel mondo in cui siamo abituati a vivere.
Eppure un mondo così esiste e non si basa solo sull’altruismo ma sulla sapiente combinazione di interessi personali, interessi economici e moralità.
Può apparire inverosimile anche che software houses rilascino il codice sorgente dei propri programmi, codice che dovrebbero vendere e che dovrebbe dar loro il pane quotidiano.
Eppure è così, non perché queste siano aziende stupide, bensì perché il mondo sta cambiando.
Fino a 10 anni fa era impensabile riuscire a vendere in Cina rimanendo a Poggibonsi, eppure oggi sappiamo che è possibile proprio grazie all’e-commerce.
Le rivoluzioni sono così, assisti a ciò che succede e hai solo 3 alternative:
- Determinare gli eventi;
- Assistere al loro manifestarsi;
- Domandarti cosa sia mai accaduto una volta che si sono manifestati.
Scegliere in quale delle tre categorie si vuole stare è cosa personalissima.
Ora puoi valutare consapevolmente ed essendo soprattutto informato.
E spero, soprattutto, che tu abbia compreso che l’Open Source è un ottimo alleato ma che va approcciato come un business: con un obiettivo e un budget.
Se speri che usare l‘Open Source ti permetterà di condurre la tua azienda completamente gratis devi ricrederti: nel mondo imprenditoriale non c’è spazio per la parola GRATIS.
E credo anche sia giusto così. Non trovi?
Invece ci vuole pianificazione, attenzione, budget e… l’Open Source!
Tu hai già adottato dei software Open Source nella tua azienda? Quali? Con quali risultati? Scrivimi nei commenti: sono molto curioso di conoscere la tua opinione.